Supercazzola?
No, no, sembra ma non sono "supercazzole"...
Leggi meglio e vedrai.
Comunque, mettersi a scrivere tutta la teoria di un affare tipo teslacoil richede un pò di tempo. Non è un granchè difficile, ma impegnativo si. Poi dipende molto dall'odience cosa vuole. Se una spiegazione all'antica anni 1895 oppure moderna. Se si vuole anche una trattazione matematica con studio dei modelli di funzionamento. E se nel caso se sconfinare anche nell'analisi dei campi elettrici e magnetici... Roba da suicidio in un forum... Anzi, anche in un'aula universitaria a quanto pare.
Comunque, posso scrivere in breve qualcosa che può essere utile e che passa inosservato.
Il Teslacoil di per se, è composto da due bobine accoppiate risonanti alimentati con una tensione in qualche modo variabile.
È importante capire che deve esserci una variazione di tensione e quindi di corrente sul primario perchè tutto l'accrochio funzioni e la differenza tra tutti i teslacoil la fa appunto quello che viene prima del vero e proprio Teslacoil che a tutti gli effetti è un trasformatore RF accordato sul primario e sul secondario con accoppiamento lasco.
Il circuito che viene prima e che possiamo chiamare in senso lato "alimentatore" può essere una valvola, un ruttore o uno spinterometro, un transistor, un mosfet, o qualunque cosa che possa produrre una tensione variabile sul primario.
L'efficienza dell'insieme dipende da cosa e come si usa per produrre la variazione in questione.
Se si usa un NST con spinterometro, o un MOT o un ruttore con rocchetto ti Ruhmkorf, o una valvola direttamente alimentata in corrente alternata, occore capire che le frequenze in gioco nei circuiti sono diverse.
Prima di tutto abbiamo la frequenza di accordo tra primario e secondario. In teoria le dimensioni del primario e del secondario possono essere qualsiasi, basta mettere in parallelo alle due bobine una capacità adeguata per portare il circuiti a risuonare sulla frequenza scelta. Naturalmente, la frequenza deve essere scelta e uguale per entrambi i circuiti risonanti.
Poi, c'è la frequenza di rete 50Hz. Che siccome è sinusoidale e bassa, 50Hz appunto per motivi vari non è l'ideale per alimentare una bobina di poche spire. Quindi, occorre qualcosa che interrompa in modo veloce questa tensione e generi delle armoniche di entità sufficiente ad ottenere lo scopo di alimentare i circuiti risonanti.
Gli spinterometri sincroni ottengono una chiusura dello spark gap ogni 10mSec e sono sincronizzati sulla massima tensione sulla semionda positiva e su quella negativa ottenendo il massimo effetto. Lo stesso se si tratta di un ruttore a puntine platinate (tipo accenzione da auto). Diverso è il discorso della valvola o dei semiconduttori.
Non credo, invece che la lunghezza d'onda c'entri un tubo con i circuiti risonanti composti da bobine e non da un'antenna. Un filo diritto e teso nello spazio è diverso da un filo avvolto spira accanto a spira in un volume circoscritto con lunghezza neppure paragonabile alla lunghezza d'onda del segnale. Questo a causa delle capacità tra le spire e la mutua induzione. Se così non fosse, basterebbe una piccola bobina al posto delle enormi antenne che tutti quei deficienti si ostinano a distribuire ovunque.